Fatto
sta che non ha muri, né soffitti, né pavimenti: non ha nulla che
la faccia sembrare una città, eccetto le tubature dell’acqua, che
salgono verticali dove dovrebbero esserci le case e si diramano
dove dovrebbero esserci i piani: una foresta di tubi che finiscono
in rubinetti, docce, sifoni, (...)
chi va a Bauci non riesce a vederla ed è arrivato.
I sottili trampoli che s'alzano dal suolo a gran distanza l'uno dall'altro e si perdono sopra le nubi sostengono la città. Ci si sale con scalette.
A Ersilia,
per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono
dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano
relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza.
Ora dirò come è fatta Ottavia, città–ragnatela.
C’è un precipizio in mezzo a due montagne
scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi
e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno,
attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa
alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e
centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’ intravede più in
basso il fondo del burrone.
⭐⭐⭐⭐