Autoritratto
L’autoritratto
per gli artisti di ogni epoca, a partire dal Rinascimento, ha sempre
rappresentato lo strumento principale per indagare la propria anima attraverso
l’osservazione-rappresentazione di se stessi.
Alcuni
artisti, in modo continuo quasi ossessivo, hanno registrato sulla tela
l’evoluzione della propria immagine, offrendo agli occhi del fruitore l’aspetto
dei cambiamenti fisici nonché stilistici e tecnici che si dispiegano attraverso
il tempo.
E’ il caso di
Rembrandt che dipinge se stesso più di 75 volte tra il 1627 e il 1669 e di Van Gogh che realizza decine di
autoritratti nell’arco degli ultimi tre anni della sua vita.
Proporre ad un
adolescente di lavorare sull’immagine del proprio viso è faccenda delicata
destinata ad incontrare non poche resistenze.
Bisogna
iniziare con una foto, ma nessuna foto della propria faccia risulta abbastanza
vicina ai modelli dominanti, perciò ci vuole un po’ di coraggio per qualcuno
che non ha una grande stima di se stesso.
Attraverso il
lavoro sulla propria faccia si possono raggiungere più obiettivi: acquisire
competenze riguardo le modalità artistiche di alcune avanguardie e
conseguire maggior sicurezza e accettazione di se stessi.
Il primo passo
è questo: ricalcare in trasparenza i contorni del volto dalla foto. Ogni
ragazzo si esprime attraverso il proprio segno: deciso, sensibile, continuo,
preciso, tratteggiato, delicato, pesante, tremolante..
Ora il
materiale è pronto, non resta che trovare l’ispirazione dall’osservazione delle
opere degli artisti delle avanguardie.
1. Il ricalco
3.
L’immagine
frammentata come i Cubisti
4.
Come
un fumetto Pop di Lichtenstein