L'idea del progetto nasce dalla volontà di decorare l'interno del nostro edificio scolastico di via Boldorini, recentemente ristrutturato. Si voleva dare vita e luce ad un intervento teso alla messa in sicurezza della struttura ma poco attento alle esigenze pratiche, estetiche e in definitiva vitali e necessarie per il benessere di chi, presente per una gran parte del suo tempo di vita nei luoghi dell'apprendimento, ne ha il diritto.
Ogni idea di progetto deve legarsi alla didattica ed alle esperienze degli alunni che in questo caso sono il gruppo delle tre prime medie.
Oggetto di studio in arte e immagine sono gli elementi del linguaggio visuale, uno dei quali è il colore. In classe si incontra la teoria del colore, si fanno prove di sovrapposizione e mescolanze con le tinte, si scopre come ottenere i colori secondari e terziari, si sperimentano le combinazioni, si accostano i complementari per constatarne l'effetto di contrasto.
Nel momento in cui si manipola la materia-colore entrano in gioco le sensazioni che il colore stesso riesce a provocare ed evocare. A questo punto vale la pena suggerire ai ragazzi di soffermarsi su questo aspetto, provando anche ad esprimere emozioni forti come la rabbia, la tristezza o la gioia.
Il percorso non sarebbe completo se non si approfondisse il lavoro di un artista. Noi abbiamo scelto Mark Rothko.
Infine i ragazzi sperimentano diverse tecniche e mezzi per progettare, creare e produrre i bozzetti che il gruppo osserva, confronta, sceglie.
Conclusa la fase progettuale si passa all'esecuzione dei modelli selezionati su delle grandi tele con gli acrilici.
Ogni classe ha a disposizione le sue tele e si divide in piccoli gruppi di lavoro.
Osserviamo i gruppi e notiamo che, dopo un'iniziale eccitazione di fronte ad un compito nuovo e stimolante, iniziata la coloritura, cala il silenzio e la concentrazione nel lavoro è totale.
Lo sguardo sprofonda nel colore che provoca un effetto calmante. I gesti sono ampi, attenti, precisi.