Da tempo
ormai fanno notizia le provocazioni degli attivisti per l’ambiente, uno di
questi gruppi si chiama Extinction Rebellion e ha come logo una clessidra al
centro di un cerchio che rappresenta il mondo: una chiara metafora del poco
tempo rimasto per rimediare ai danni compiuti dalle attività umane sulla terra.
Hanno
bloccato le strade, colorato l’acqua di celebri fontane, lanciato vernici e
salse di pomodoro su opere d’arte famose, sempre accertandosi che queste
fossero protette da un vetro.
La maggior parte delle persone dissente da questo tipo di protesta in quanto non vede il nesso tra, ad esempio, imbrattare un Van Gogh e il problema del cambiamento climatico. Loro rispondono: - perché guardare il dito e non la luna? -
Qual è dunque lo scopo di questi atti? Gli attivisti vogliono attirare l’attenzione, essere ascoltati e che le notizie delle loro azioni passino sui giornali e sulle televisioni. E’ necessario fare in modo che il dramma del riscaldamento globale sia veramente sentito come urgente e non più prorogabile.
L’inerzia dei governi
riguardo all’emergenza ecologica, spinge queste persone, per lo più giovani ma
non solo, ad azioni di disobbedienza
civile non violenta, condizione questa della non violenza, irrinunciabile per
poter partecipare al movimento. Spesso utilizzano forme d’arte collettiva come
la performance o il flash mob.
Tutto questo è stato
oggetto di attenzione da parte degli alunni che, lavorando a gruppi, hanno
progettato e realizzato elaborati artistici con lo scopo di sensibilizzare, sul
problema del clima, chi verrà a vedere l’installazione.
Infatti, per quanto tutti
noi siamo a conoscenza della crisi climatica, riusciamo però a sentirla davvero?